The Clash of
Politics and the Society in Iran
Since years Iran has
intrigued me. I imagined Persia as the backdrop of magical tales in the
desert and the cradle of a vast culture and civilization amid three
main influences: Europe, Central Asia and Middle East.
Despite the common
awareness in Europe of the greatness of the Iranian civilization, the
majority of people at home has a superficial knowledge of it.
When thinking of Iran,
most people have in mind a dangerous place full of religious
fundamentalists, terrorists and even an underdeveloped country.
Well, after five weeks in
the country I am sure of one thing: these preconceptions are wrong.
You should forget how the news in the west depict Iran. Not only is
this country one of the safest countries I have encountered so far,
but also probably one of the most hospitable ones.
People in Iran are so
naively enthusiastic about foreigners that they appear to have almost
an inferiority complex towards them. Iranians feel isolated from the
rest of the world and know that the only ones to be blamed are those
in their government.
The striking
characteristic lies exactly in this contrast: how is it possible that
this hospitable and open people is coupled to such a xenophobic
government?
And also, how is it
possible that a secularised society with a culture that strives
towards beauty - visible in poetry, art, music but also in how
Iranians take care of their personal appearance - is coupled to such sanctimonious government?
By looking at history,
these contrasts actually make sense. The Shah who was overthrown in
the last 1970s was first of all deemed responsible of placing Iran in
a position of cultural and political submission towards the rest of
the world, especially the west.
Hence, I believe that
such a conservative and xenophobic government can be explained as the
reaction of an extremely hospitable and open society and culture.
Such regime is probably the unconscious safeguard of this society
that risks more than others the annexation and annihilation into the
mainstream globalisation led by western values.
I too believe that to
truly understand Iran one has to recognise the connectedness of these
clashing characteristcs of the country. In fact, far from being
separated as the expression of two different contrasting parts within
the society - secularised and conservative – they are, in my
opinion, highly interrelated.
Therefore, analysis
aiming at truly grasping the strict Islamic regime must keep into
account the logic of action-reaction. Thus the Islamic revolution was
first of all the gut-driven violent reaction of the Iranian society
to its own openness. And fervently harking back to traditional values
represents the means of the culture to reaffirm its own identity in
order to prevent its own demise.
Il
Conflitto tra Politica e Societa' in Iran
L'Iran e' un paese che mi ha affascinato per anni. Immaginavo la
Persia come lo sfondo di magiche storie ambientate nel deserto e la
culla di una vasta cultura e civilizzazione a cavallo di tre
principali sfere di influenza: Europa, Asia Centrale e Medio Oriente.
Nonostante in Europa si sia in qualche modo consapevoli
dell'importanza della civilizzazione Iraniana, la maggior parte delle
persone ne ha tuttavia una conoscenza superficiale.
Quando si pensa all'Iran, la maggioranza lo ritiene un paese
pericoloso e addirittura sottosviluppato e pieno di fondamentalisti
religiosi e terroristi.
Ebbene, dopo cinque settimane trascorse in questo paese posso
assicurare una cosa: questi preconcetti sono sbagliati. Dimenticatevi
delle rappresentazioni dei media occidentali. Questo paese non e'
solamente uno dei posti piu' sicuri in cui sono stato ma anche uno
dei piu' ospitali.
Gli iraniani sono cosi' ingenuamente entusiasti degli stranieri che
sembrano avere quasi un complesso di inferiorita' nei loro confronti.
Si sentono isolati dal resto del mondo e sono consapevoli che gli
unici colpevoli per questa situazione sono quelli nel loro governo.
L'aspetto che piu' di tutti mi ha colpito e' proprio questo
contrasto: com'e' possibile che tale ospitalita' e apertura sia
associata ad un governo cosi' xenofobico?
E in aggiunta, come e' possibile che una societa' cosi' secolarizzata
e moderna che possiede una cultura che mira alla bellezza -
nell'arte, nella musica, nella poesia ma anche nella cura del proprio
aspetto fisico – sia associata ad un governo cosi' bigotto?
Tuttavia, guardando la storia questi contrasti
diventano comprensibili. Lo Shah che e' stato deposto alla fine degli
anni 1970 era prima di tutto considerato responsabile di aver messo
l'Iran in una posizione di sottomissione culturale e politica nei
confronti del resto del mondo, soprattutto occidentale.
Un governo cosi' conservatore e xenofobico puo' esser spiegato come
la violenta reazione di una societa' e cultura estremamente
ospitabili ed aperte. Tale regime e' l'espressione di preservazione
di una societa' che rischia piu' di altre l'annessione e
l'annicchilimento nel mainstream globalizzato guidato da valori
occidentali.
Credo anche
che per capire davvero l'Iran sia necessario riconoscere anche come
questi aspetti contrastanti del paese siano in relazione tra loro.
Caratteristiche che, lungi dall'essere separate in quanto espressione di
due
istanze contrapposte della societa' (conservazione e
secolarizzazione), sono in realta' altamente interconnesse.
E che quindi
ogni analisi che cerchi di capire veramente il regime della
repubblica islamica debba tener conto della logica di
azione-reazione. Percio' la rivoluzione islamica e' stata prima di
tutto la fervente reazione di pancia della societa' iraniana alla
propria estrema apertura.
E rifarsi
ardentemente ai valori tradizionali della religione e' il mezzo della
cultura che cerca di riaffermare la propria identita' per prevenire
l'annientamento.
No comments:
Post a Comment