Thursday, March 14, 2013

(16) The Clash of Politics and the Society in Iran - Il Conflitto tra Politica e Societa' in Iran

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The Clash of Politics and the Society in Iran

Since years Iran has intrigued me. I imagined Persia as the backdrop of magical tales in the desert and the cradle of a vast culture and civilization amid three main influences: Europe, Central Asia and Middle East.

Despite the common awareness in Europe of the greatness of the Iranian civilization, the majority of people at home has a superficial knowledge of it.

When thinking of Iran, most people have in mind a dangerous place full of religious fundamentalists, terrorists and even an underdeveloped country.

Well, after five weeks in the country I am sure of one thing: these preconceptions are wrong. You should forget how the news in the west depict Iran. Not only is this country one of the safest countries I have encountered so far, but also probably one of the most hospitable ones.

People in Iran are so naively enthusiastic about foreigners that they appear to have almost an inferiority complex towards them. Iranians feel isolated from the rest of the world and know that the only ones to be blamed are those in their government.

The striking characteristic lies exactly in this contrast: how is it possible that this hospitable and open people is coupled to such a xenophobic government?

And also, how is it possible that a secularised society with a culture that strives towards beauty - visible in poetry, art, music but also in how Iranians take care of their personal appearance - is coupled to such sanctimonious government?

By looking at history, these contrasts actually make sense. The Shah who was overthrown in the last 1970s was first of all deemed responsible of placing Iran in a position of cultural and political submission towards the rest of the world, especially the west.

Hence, I believe that such a conservative and xenophobic government can be explained as the reaction of an extremely hospitable and open society and culture. Such regime is probably the unconscious safeguard of this society that risks more than others the annexation and annihilation into the mainstream globalisation led by western values.

I too believe that to truly understand Iran one has to recognise the connectedness of these clashing characteristcs of the country. In fact, far from being separated as the expression of two different contrasting parts within the society - secularised and conservative – they are, in my opinion, highly interrelated.

Therefore, analysis aiming at truly grasping the strict Islamic regime must keep into account the logic of action-reaction. Thus the Islamic revolution was first of all the gut-driven violent reaction of the Iranian society to its own openness. And fervently harking back to traditional values represents the means of the culture to reaffirm its own identity in order to prevent its own demise.



Il Conflitto tra Politica e Societa' in Iran

L'Iran e' un paese che mi ha affascinato per anni. Immaginavo la Persia come lo sfondo di magiche storie ambientate nel deserto e la culla di una vasta cultura e civilizzazione a cavallo di tre principali sfere di influenza: Europa, Asia Centrale e Medio Oriente.

Nonostante in Europa si sia in qualche modo consapevoli dell'importanza della civilizzazione Iraniana, la maggior parte delle persone ne ha tuttavia una conoscenza superficiale.

Quando si pensa all'Iran, la maggioranza lo ritiene un paese pericoloso e addirittura sottosviluppato e pieno di fondamentalisti religiosi e terroristi.

Ebbene, dopo cinque settimane trascorse in questo paese posso assicurare una cosa: questi preconcetti sono sbagliati. Dimenticatevi delle rappresentazioni dei media occidentali. Questo paese non e' solamente uno dei posti piu' sicuri in cui sono stato ma anche uno dei piu' ospitali.

Gli iraniani sono cosi' ingenuamente entusiasti degli stranieri che sembrano avere quasi un complesso di inferiorita' nei loro confronti. Si sentono isolati dal resto del mondo e sono consapevoli che gli unici colpevoli per questa situazione sono quelli nel loro governo.

L'aspetto che piu' di tutti mi ha colpito e' proprio questo contrasto: com'e' possibile che tale ospitalita' e apertura sia associata ad un governo cosi' xenofobico?

E in aggiunta, come e' possibile che una societa' cosi' secolarizzata e moderna che possiede una cultura che mira alla bellezza - nell'arte, nella musica, nella poesia ma anche nella cura del proprio aspetto fisico – sia associata ad un governo cosi' bigotto?

Tuttavia, guardando la storia questi contrasti diventano comprensibili. Lo Shah che e' stato deposto alla fine degli anni 1970 era prima di tutto considerato responsabile di aver messo l'Iran in una posizione di sottomissione culturale e politica nei confronti del resto del mondo, soprattutto occidentale.

Un governo cosi' conservatore e xenofobico puo' esser spiegato come la violenta reazione di una societa' e cultura estremamente ospitabili ed aperte. Tale regime e' l'espressione di preservazione di una societa' che rischia piu' di altre l'annessione e l'annicchilimento nel mainstream globalizzato guidato da valori occidentali.

Credo anche che per capire davvero l'Iran sia necessario riconoscere anche come questi aspetti contrastanti del paese siano in relazione tra loro. Caratteristiche che, lungi dall'essere separate in quanto espressione di due istanze contrapposte della societa' (conservazione e secolarizzazione), sono in realta' altamente interconnesse.

E che quindi ogni analisi che cerchi di capire veramente il regime della repubblica islamica debba tener conto della logica di azione-reazione. Percio' la rivoluzione islamica e' stata prima di tutto la fervente reazione di pancia della societa' iraniana alla propria estrema apertura.

E rifarsi ardentemente ai valori tradizionali della religione e' il mezzo della cultura che cerca di riaffermare la propria identita' per prevenire l'annientamento.

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